n provincia di Vercelli, lungo la riva del fiume Sesia che da Alagna scorre verso la pianura, sorge la splendida Varallo, città dell’arte sacra per eccellenza nel panorama valsesiano.
Secondo comune per estensione, infatti, racchiude dentro i suoi confini importanti monumenti che testimoniano la maestria di numerose figure del passato, tra architetti, scultori e pittori.
Iniziamo dall’alto e visitiamo il Sacro Monte di Varallo, il più celebre tra i percorsi devozionali della regione e dal 2003 patrimonio dell’UNESCO. Come già raccontato nel nostro Speciale Territorio sul Sacro Monte di Orta, questo fu il primo per costruzione e risale alla fine del Quattrocento. Venne edificato per volere del frate francescano Bernardino Caimi, il quale, di rientro da un lungo pellegrinaggio alla Terra Santa, si propose di ricreare i Luoghi Sacri mettendo in scena la vita di Maria e Gesù Cristo. Per facilitarne la comprensione, decise di affidarsi ai grandi maestri del tempo, quali Gaudenzio Ferrari, Tanzio da Varallo e i fratelli d’Enrico, che realizzarono minuziosi affreschi e statue lignee o in terracotta di incredibile fattura ed espressività.
Così venne fondato il “grande teatro montano”, tutt’oggi visitabile e composto da 400 gruppi di statue, una cinquantina cappelle e la loro basilica.
Scendendo verso il centro cittadino incontriamo poi la Chiesa di S. Maria delle Grazie, monumento nazionale che custodisce un tesoro dell’arte del 500: la parete affrescata da Gaudenzio Ferrari, sopracitato pittore di spicco nel panorama valsesiano dell’epoca. La rappresentazione risale al 1513 ed è composta da 21 riquadri in cui vengono raccontate la nascita, la vita e la morte del Redentore. Il consiglio è di prendersi il giusto tempo per ammirare le meravigliose soluzioni cromatiche e plastiche dell’opera.
Ultimo ma non meno importante (anzi!) è il centro storico di Varallo costellato dalle splendide ville ottocentesche di Villa Durio, Villa Barbara, Villa Virginia e impreziosito dallo stile rinascimentale e barocco. Qui è ancora possibile scorgere il carattere commerciale della città grazie agli antichi negozi che, come occhi del passato, si aprono sulle strette vie delle contrade. Ognuna di queste, inoltre, conserva la propria denominazione dialettale di un tempo, attribuita secondo la categoria di merce che lì veniva venduta: e allora ecco che possiamo passeggiare in via "dal bur", "dal vin", "d’la lana” e persino "d’la séda"!
Tra queste stradine, ogni anno, è anche possibile partecipare ai due grandi eventi della zona. In inverno il tanto atteso Carnevale – coloratissimo e immancabile, tra i più storici della Valsesia - e in estate l’Alpàa, la rievocazione della storica festa dei pastori che scendevano a valle per il mercato di prodotti di montagna. In questi giorni, il centro cittadino si anima sulle note di grandi artisti, tra opere di alto artigianato e delizie enogastronomiche. Un appuntamento da non perdere!