Il periodo più spaventoso dell’anno è arrivato.
Zucche intagliate, lenzuoli volanti e bambini che chiedono “dolcetto o scherzetto” possono voler dire solo una cosa: Halloween è alle porte.
Come ogni anno, il 31 Ottobre è la giornata dove la parola chiave è una e unica: paura. Mentre i più piccoli indossano costumi spaventosi, gli adulti sono alla ricerca della migliore storia dell’orrore o leggenda di tempi antichi, da condividere e raccontare.
Ecco così che anche noi vi vogliamo parlare di una delle più importanti figure leggendarie della nostra Regione, la masca piemontese, che nel dialetto regionale indica una strega vendicativa e un po’ dispettosa.
Ancora oggi, non si è certi dell’etimologia della parola masca.
Le possibili origini sono infatti molte e diverse, ma secondo alcuni, l’opzione più probabile riguarda una provenienza longobarda, nella quale il termine masca veniva usato per indicare l’anima di un defunto o di uno spirito.
Un’altra possibilità è legata al verbo provenzale mascar, traducibile come borbottare, e che viene associato al momento in cui le streghe pronunciano i loro incantesimi.
Infine, altri affermano che questa parola altro non sia che una versione locale del termine arabo masakha, che indica l’arte di trasformare se stessi o altre persone in animali, così come le antiche streghe erano solite fare.
Nonostante siano figure immortali, anche le masche invecchiano e così facendo possono soffrire di problemi di salute. Proprio per questo, spesso le streghe-madri o nonne sceglievano volontariamente di lasciare questo mondo, non prima però di aver tramandato i magici poteri di cui disponevano alle proprie figlie e nipoti, oppure ad animali.
Per questo motivo, non è possibile identificare questa figura con una serie specifica di caratteristiche distintive. In base all’età e alla preferenze delle stesse, potevano assumere tratti di anziane donne ingobbite e di non canonica bellezza, oppure sembianze di giovani fanciulle innamorate o di pericolosi animali; o, infine, anche di uomini, nel caso in cui in punto di morte l’anziana masca non avesse altra figura vicina a cui passare i propri poteri.
Le doti soprannaturali di cui le masche potevano disporre erano molte.
Gli spiriti più antichi, coloro che vivevano ai margini di piccoli borghi montani e che non volevano essere disturbati, sceglievano di vendicarsi di coloro che avevano interrotto la loro giornata attraverso la forza della natura: tempeste spaventose, fitta nebbia, siccità prolungate e disastrose grandinate erano all’ordine del giorno quando uno spirito veniva infastidito. Altre masche avevano, invece, la capacità di predire il futuro o di viaggiare nel passato, attraverso incantesimi trovati nel libro del comando, ossia il libro sacro di queste particolari figure.
Ora che vi abbiamo raccontato di un’antica leggenda della nostra Regione, vogliamo tornare al presente, dove alcune voci narrano ancora di eventi inusuali e fatti stravaganti.
Secondo alcuni, nella zona della Valsesia, esistono ancora case infestate, dove gli spiriti regnano sovrani ed è frequente il contatto con esseri dell’altro mondo. Tra queste, la tradizione dice che ci sia anche un appartamento di Serravalle Sesia, costruito all’interno delle mura di un antico castello medievale del 1300. Dicono voci che questa proprietà, in vendita e disponibile sul nostro sito, spesso sia visitata da fantasmi di altre epoche.
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